Creature spaventose del folklore natalizio
Quando si pensa al Natale, vengono subito in mente abeti addobbati, luci, doni e canti. Tuttavia le celebrazioni di oggi affondano le radici in un passato remoto, antico e oscuro, non popolato da Babbi paffuti che si calano lungo i camini, ma abitato da mostri e incubi che tengono svegli la notte.
La contraddizione tra ciò che era e ciò che è oggi può sembrare stridente. Tuttavia in molte zone d’Europa le celebrazioni per il Natale ancora ricordano i mostri e le antiche tradizioni.
In questo articolo andiamo alla ricerca delle creature più spaventose del folklore natalizio.
I mesi invernali erano, per le popolazioni antiche, i più difficili da affrontare. Il gelo, la natura addormentata e all’apparenza senza vita, l’assenza di luce, le ristrettezze e la penuria di cibo facevano sì che questo periodo dell’anno venisse associato all’oscurità e alla morte. Non c’è da stupirsi quindi che il folklore di diversi paesi dell’Europa e del mondo sia popolato da creature che sembrano letteralmente partorite dall’incubo.
Dei Krampus ho già parlato in questo articolo. Vediamo qualche altra creatura.
Père Fouettard
Questa figura del folklore francese è per certi versi simile a quella del Krampus, in quanto secondo la tradizione soprattutto della Lorena accompagna San Nicola.
Secondo la leggenda, Père Fouettard era in origine un macellaio che, durante un inverno, accolse tre bambini nella sua bottega. Ma anziché dar loro ristoro come promesso, li uccise e mise i loro corpi in una gigantesca vasca di salamoia.
Poco più tardi, San Nicola bussò alla porte di Père Fouettard e scoprì il crimine. Resuscitò i bambini e punì il mostro. Da allora Père Fouettard accompagna il Santo indossando un abito scuro e un’espressione severa e portando con sé una frusta (“Fouettard” deriva dai termini francesi fouet e fouetter, che significano rispettivamente “frusta” e “frustare”).
Mentre San Nicola porta dei doni per i bambini buoni, il suo antagonista minaccia i bambini cattivi con la frusta e cerca di rapirli per infilarli dentro la gerla o il sacco di juta che porta in spalla.
Gryla e gli Yule Lads
Gryla è una gigantessa mangia-bambini del folklore islandese. Secondo una versione del mito, vive insieme ai suoi tredici figli, gli Yule Lads, nell’oscura fortezza di fuoco di Dimmuborgir. Secondo un’altra versione, abita le montagne innevate del nord dell’Islanda.
Gryla e gli Yule Lads lasciano la loro dimora nei tredici giorni che precedono il Natale. Questi ultimi sono specializzati in scherzi crudeli e orribili. La loro madre invece rapisce i bambini cattivi e li cucina in uno stufato, che la sfamerà fino all’inverno successivo.
Con il tempo, le figure degli Yule Lads hanno perso i connotati più oscuri e crudeli. Oggi vengono considerati più che altro dei piccoli troll burloni che fanno innocui dispetti e portano doni ai bambini buoni e patate a quelli più discoli.
Jólakötturin, il Gatto di Yule
Il Jólakötturin è un’altra creatura del folklore invernale islandese. Si dice che sia un enorme gatto che e che si accompagni a Gryla e ai suoi figli, catturando per loro i bambini più pigri.
Secondo un’altra versione del mito, il Jólakötturin caccia le persone che non sono riuscite a procurarsi per Natale un capo di abbigliamento nuovo da indossare.
Per difendersi dal Gatto di Yule, secondo la tradizione è consigliato indossare dei calzini nuovi!
Il Jólakötturin incarna l’inquietudine della stagione oscura, quando le risorse scarseggiano, ed è un invito a procurarsi per tempo le provviste per l’inverno.
Julbocken, la Capra di Yule
La figura della Capra di Yule, tipica del folklore scandinavo, deriva probabilmente da Tanngnjóstr e Tanngrisnir, le due capre che trainavano il carro di Thor. Si trattava di due animali straordinari: il dio poteva macellarli la sera e cibarsene, e il giorno dopo esse tornavano in vita.
La capra è nei paesi scandinavi un simbolo di fertilità e abbondanza. Per questo motivo, proprio come Thor la macellava ogni sera, durante gli antichi riti legati al solstizio invernale si usava sacrificare una capra.
In memoria di questa ormai remota tradizione, un tempo in Svezia i bambini bussavano alle porte dei vicini, intonando canzoni o facendo piccole recite con indosso la maschera di una capra. In cambio dell’esibizione, i vicini facevano ai bambini dei doni, soprattutto cibo.
Sempre nel folklore svedese, Julbocken è uno spirito che visita le famiglie durante la stagione invernale per controllare come procedono i preparativi per Yule. Porta dei doni a chi è a buon punto, e colpisce con le corna chi è in ritardo.
La capra è inoltre legata al folklore slavo ed è il simbolo di Dažbog, dio del sole e del raccolto. Durante le celebrazioni solstiziali slave, c’era sempre una persona vestita da capra, che spesso chiedeva offerte sotto forma di regali.
Stallo
Si tratta di una creatura del folklore sami. È descritto come un orco gigantesco dotato di magici poteri, nonché un divoratore di uomini. Gli Stallo si aggirano per i villaggi innevati, approfittando della stagione invernale per rapire e divorare persone isolate.
Grazie ai loro poteri sono in grado di mutare forma e assumere le sembianze persino di piante o animali per attirare i Sami in trappola. Tuttavia sono anche molto stupidi, quindi gli uomini sono in grado di sfuggirgli giocando d’astuzia.
Mari Lwyd
Si tratta di un’inquietante figura del folklore gallese, rappresentata da un teschio di cavallo adornato con dei nastri, portato su un palo e coperto da un lenzuolo. Durante le festività natalizie veniva portata in giro da un piccolo corteo che intonava poesie e canti.
Il corteo bussava a ogni porta del paese, e dava il via a una sfida a base di versi o insulti con gli abitanti del villaggio. Nel caso in cui il padrone di casa veniva sconfitto, doveva fare entrare il Mary Lwyd.
Si ritiene che questa usanza fosse legata agli antichi riti legati alla fertilità e alla rinascita che i popoli pagani svolgevano in questo periodo dell’anno.
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