Sól, la fanciulla del sole della mitologia nordica
Il culto del sole è tipico di molte tradizioni antiche. Reperti che risalgono all’età del bronzo attestano che fosse praticato anche in Scandinavia. Il sole infatti era inteso come portatore di luce, vita e fertilità.
Nel folklore scandinavo, la luce solare uccide, pietrificandoli, troll e streghe. Si dice inoltre che proprio le streghe praticassero la loro magia in senso inverso rispetto al moto del sole.
Tra i nove regni, gli Dei e le creature celesti abitano quelli più luminosi e soleggiati, mentre il nord, freddo e buio, è dimora dei defunti e degli esseri demoniaci.
Le antiche tradizioni attestano che gli uomini pronunciassero i loro giuramenti verso sud, verso il sole.
L’astro nel cielo ha sempre rappresentato la luce e il bene, in contrapposizione alle oscure forze demoniache.
La prospettiva della scomparsa del sole o fenomeni quali l’eclissi hanno sempre causato ansia e suggestione tra gli antichi, come attesta la storia di Sól e Skoll, tratta dalla mitologia nordica.
La fanciulla del sole
Il mito narra di un uomo di nome Mundilfǿri. Egli aveva due figli, fanciulli di incredibile bellezza: Sól e Màni.
Sól è detta anche Álfröðull, che significa “splendore degli elfi“.
Mundilfǿri si vantava così tanto della bellezza dei figli che causò le ire degli Dei, infastiditi dalla sua arroganza. Costoro decisero quindi di prendere Sól e Màni e di destinarli al firmamento: Sól venne posta alla guida di un cocchio che trasportava il sole, mentre a Màni venne affidata la luna.
Il carro di Sól è trainato da due destrieri, Árvakr e Alsviðr. Sull’orecchio dell’uno e sullo zoccolo dell’altro sono incise le rune.
Il cocchio è inoltre dotato di uno scudo, Svalinn, che serve per proteggere la Terra dal calore eccessivo sprigionato dal sole.
…Da dove la luna è venuta,
lei che sugli uomini va,
e il sole ugualmente?
Mundilfǿri si chiama
colui che fu il padre della luna
e del sole ugualmente;
il cielo percorreranno
quei due ogni giorno
per segnare agli uomini il tempo.
Edda poetica, Vafþrúðnismál
Il cocchio di Sól percorre ogni giorno il firmamento, portando agli uomini luce e vita.
Tuttavia la fanciulla deve affrettare la sua corsa, perché un demone-lupo la insegue, tentando di divorare il sole: il suo nome è Skoll. Anche Máni è inseguito da un lupo che cerca di ingoiare la luna: Hati.
Skoll e Hati provengono da Járnviðr, la foresta di ferro, e fanno parte della stirpe malvagia di Fenrir.
Quando giungerà il Crepuscolo degli Dei, il Ragnarok, i due lupi riusciranno infine a divorare il sole e la luna, insieme ai due fanciulli.
Tuttavia, come il mondo è destinato a rinascere dopo la distruzione, allo stesso modo il sole è destinato a tornare.
Sarà la figlia di Sól a guidare il cocchio che traina l’astro, percorrendo gli stessi sentieri per i quali un tempo aveva viaggiato sua madre.
Fonte: I Miti Nordici, Gianna Chiesta Isnardi
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