Recensione – L’Avvento
L’Avvento è il prequel de Il Varcaporta, un romanzo steampunk con contaminazioni fantasy, nato dalla penna di Laura Costantini ed edito Dark Abyss Edizioni, che affonda le radici in miti antichi.
Qui la mia recensione al Varcaporta. Di seguito invece la recensione a L’Avvento.
La trama
Alla vigilia del loro compleanno, la vita dei gemelli Aster e Astrea cambierà per sempre. La Sostanza farà a brandelli la loro ingenuità e spezzerà la loro infanzia. Aster cambierà, Astrea inizierà a percorrere una via che supera i limiti. I gemelli dovranno adattarsi e sopravvivere, prima di scoprire quanto fitta possa essere l’oscurità.
Un romanzo breve, uno squarcio di luce sui fatti che precedono “Il Varcaporta”.
La recensione
L’Avvento è ciò di cui tutti i lettori che hanno apprezzato Il Varcaporta avevano bisogno. Per quanto lo steampunk di Laura sia un volume corposo e denso di avvenimenti, arrivare alla fine mi ha lasciato “orfana” di qualcosa. Sono stata costretta a salutare dei personaggi a cui mi ero affezionata, a lasciare un’ambientazione in cui mi orientavo ormai perfettamente. Per questo, avendone la possibilità, subito dopo aver voltato l’ultima pagina ho iniziato a leggere la storia prequel: L’Avvento, appunto.
Parliamo di un volume ben più ridotto rispetto a Il Varcaporta, ma non per questo meno coinvolgente.
L’Avvento è un libro che scava molto in profondità. Approfondisce le origini della Sostanza, il primo approccio degli uomini, i primi esperimenti. Ma approfondisce anche due tra i personaggi che più ho apprezzato ne Il Varcaporta, rappresentandoli in un delicato momento di trasformazione. Il libro inizia infatti con Lucina e Paul, giovanissimi, appena resi orfani di padre, cambiati nel corpo e nell’anima dall’incontro con il Kh-Ram. Lucinda è sfigurata dalle menomazioni, Paul è perseguitato dagli incubi e dal suono di un terribile pianto.
Giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, i due trovano il loro modo di affrontare quelle tragedie e il cambiamento devastante che hanno portato. Un modo che li porta ad allontanarsi l’uno dall’altra, ma anche da ciò che erano: alla fine del libro, Lucinda e Paul non esistono più, ma hanno lasciato il posto ad Astrea e Aster.
La bellezza di questo libro sta nella capacità di affrontare un doppio arco di trasformazione molto difficile. Eppure ogni cosa fila, coerente e precisa. I caratteri dei giovani Sarumhold, sono mostrati in modo vivido e meticoloso: Laura scava nelle loro debolezze, nelle loro incertezze, restituendo due volti umani.
Le scelte che faranno ne Il Varcaporta sono coerenti con il loro arco di evoluzione. Anche le decisioni più discutibili o crudeli affondano le radici nel loro passato e nei cambiamenti che hanno dovuto affrontare: il lettore potrà capire tutti i loro meccanismi più profondi.
La solita, bella penna di Laura aggiunge un tassello ulteriore al mondo che ha costruito ne Il Varcaporta. Incontriamo nomi già noti non solo all’interno di quel libro, ma anche nella saga vittoriana ad opera della stessa autrice. Dettaglio, questo, che fa venire voglia di recuperare tutta la sua produzione a tema.
Complimenti Laura, ancora una volta, per aver scritto un’opera imperdibile.
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Leggi qui l’intervista a Laura Costantini.