Recensione – Il Varcaporta
Il Varcaporta è un romanzo steampunk con contaminazioni fantasy, nato dalla penna di Laura Costantini ed edito Dark Abyss Edizioni, che affonda le radici in miti antichi. Ecco la mia recensione.
La trama
Corre l’anno 1897 e l’Inghilterra prevale su tutti i paesi d’Europa grazie alla scoperta del Kh-Ram, misteriosa sorgente di energia che l’ha liberata da carbone e vapore. Certo, la sostanza ha un costo ma il regno di Vittoria agisce in maniera pragmatica: nasconde le proprie difformità e le sfrutta al bisogno. Di miserabili le strade son piene. Una parte diventa carne da macello per processare l’energia. Un’altra, selezionata, entra in un corpo d’elite che padroneggia il Kh-Ram, cosa possibile solo per un binomio, ossia una coppia di giovani con determinate caratteristiche, tra cui un legame esclusivo, assoluto e rigorosamente maschi. La sostanza, infatti, aborre le donne, il movimento e il calore. L’Inghilterra chiude volentieri un occhio su tali unioni, ne chiude anche due sulla sorte dei disgraziati. Ma se non fosse solo questo il prezzo da pagare? Aster Paul, Astrea Lucinda, Zachary Tucker, Devereux Willoghby e alcune vecchie conoscenze lo scopriranno e dovranno decidere da che parte stare. Sarà una lotta per la sopravvivenza segnata da alleanze imprevedibili e inganni, in cui i sentimenti più intensi e puri diventeranno l’unica guida.
“C’è stato un tempo in cui questa terra si chiamava Ynys Prydein ed era votata a Taranus, il dio con la ruota e con il fulmine, il Potere Arcano.”
La recensione
Laura Costantini attinge a piene mani dai miti celtici per ideare il Kh-ram: sostanza antica, oltre l’umano (anche nel peggiore dei sensi possibili), motore degli eventi del Varcaporta. Riscoperta in epoca vittoriana, diventa risorsa alternativa al carbone, capace di generare energia pulita e di rendere l’Impero Britannico una potenza senza pari in Europa. Ma a quale costo?
La società inglese dell’epoca è lo specchio dell’animo umano di ogni tempo: coloro che stanno più in alto sono disposti a tutto pur di raggiungere potere e benessere, per quanto illusori essi siano.
Sono disposti persino a voltare la testa quando chi sta più in basso viene sfruttato, consumato. Usato come carne da macello.
“Taranus era il solo modo in cui i nostri antenati pronunciavano il nome del Potere Arcano: Kh-ram. Il fulmine e la ruota. La forza in grado di fornire energia e fermare il tempo, dilatarlo, riavvolgerlo. […] Taranus ci avrebbe resi padroni del mondo se non fosse stato tradito, allora come oggi.”
Il Varcaporta, Laura Costantini
Il Varcaporta è un romanzo che mescola fantasy e steampunk, ma l’ambientazione abilmente costruita è reale, così come le sue contraddizioni, l’ipocrisia e l’egoismo. E il messaggio dell’autrice, quasi un’invettiva sociale, è altrettanto tangibile.
Il romanzo include molti elementi: miti celtici, varchi spazio-temporali, creature aliene, una sostanza con delle regole proprie. Il tutto sarebbe potuto essere troppo, se non fosse stato trattato dalla penna abile e d’esperienza di Laura.
L’Impero Britannico dopo l’Avvento del Kh-ram si è dotato di istituzioni nuove, di una nuova tecnologia e nuovi strumenti, il tutto in un incastro di regole e principi che l’autrice esplica senza mai essere pedante e senza confondere.
La ricchezza del worldbuilding, che nelle mani di chiunque altro sarebbe stata un rischio, se gestita da Laura Costantini diventa un ineguagliabile punto di forza.
A Laura va riconosciuto anche il merito di aver saputo ricostruire con accuratezza la società vittoriana. Dalla descrizione degli abiti, dei mezzi di trasporto, delle abitazioni, tutto appare estremamente vivido e preciso. Finanche la toponomastica di Londra è esattamente quella del 1897.
I personaggi sono altrettanto ben costruiti e le loro azioni e pensieri coerenti con il XIX secolo.
Appaiono vividi, in carne ed ossa, vibranti. Vengono mostrati senza sconti, con le loro debolezze, i loro punti di forza, i meriti e le nefandezze.
Tra tutti, un grande plauso va a Laura per la caratterizzazione di Astrea, Aster e Cléophée.
Ultima nota piacevolissima: lo stile dell’autrice. Maturo, preciso, efficace come pochi. Incalza nelle scene d’azione e rallenta quando bisogna indugiare su qualche riflessione. Crea immagini poetiche e concrete insieme, dipinge e scolpisce, senza mai risultare eccessivo o insufficiente, senza una sbavatura, senza una parola fuori posto.
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Leggi qui l’intervista a Laura Costantini.