Recensione – La Morte degli Dei Vol. 1
Se scopro un libro dark fantasy, che ha anche un contenuto mitologico, non posso fare a meno di tuffarmi nelle sue pagine. Ecco quindi la mia recensione de “La Morte degli Dèi – Il dito sulla corda” di Franz Palermo, il primo volume di una dilogia urban fantasy in cui i miti hanno un ruolo dominante.
La trama
Londra. Gabrielle è una studentessa universitaria che tenta di riempire il vuoto esistenziale con tresche scialbe e mezze relazioni. Claud è un barman solitario e riversa nel lavoro tutto l’amore che non può dare a sé stesso.
Si incontrano solo perché qualcuno è pronto a ribaltare la metropoli pur di ucciderli.
Una ragazza, una vecchia e una bambina, al comando di un esercito di creature da incubo, scatenano su di loro una potenza occulta.
Spinti al limite dalla fuga, senza neanche più il fiato per muovere un altro passo, un uomo col mantello nero compare a difenderli. Lui, ultimo guardiano di una casta sacerdotale, li riconosce come incarnazioni di divinità mitologiche.
Siamo al tramonto di un’era e la Guerra Santa è alle porte. Nell’epoca che ha dimenticato gli dèi più misteriosi e brutali, culti antichi quanto il mondo s’inchinano a Gabrielle e a Claud. Tra miracoli da riscoprire e memorie da recuperare, quanto possono restare sé stessi prima che le feroci identità immortali li divorino?
La recensione
In questa recensione, partiamo dai protagonisti Gabrielle e Claud, apparentemente due persone normali alle prese con i problemi di tutti i giorni, si ritrovano, loro malgrado, coinvolti in una vera e propria Guerra Santa. Le pagine del libro si arricchiscono di mostri, Belve e divinità; parallelamente Gabrielle e Claud scoprono di essere molto di più di ciò che pensavano, e di avere un ruolo chiave in un conflitto al quale non possono sottrarsi. Lo stile di Palermo è pulito, diretto, curato, senza fronzoli inutili che possano appesantirlo. Il ritmo della narrazione è incalzante: fin dai primi capitoli il lettore si trova immerso nel pieno dell’azione. I personaggi e gli eventi vengono presentati in modo pulito e dinamico.
Gabrielle e Claud hanno delle caratteristiche che li rendono molto umani: sono fatti di luci e ombre, pregi e difetti. Vengono catapultati in un mondo che ignoravano (e che a tratti continuano a rifiutare), e il lettore si trova a condividere i loro dubbi e le loro domande. Sono due personaggi molto diversi tra di loro, eppure complementari. Hanno un approccio a volte antitetico rispetto agli eventi, tuttavia imparano fin dalle prime pagine a essere l’uno il riferimento dell’altra e il loro legame diventa un punto di forza. C’è ancora molto che vorrei sapere su di loro; l’autore ha gettato delle molliche interessanti, ma è chiaro che molto verrà esplorato nel prossimo volume. Molto buone anche le caratterizzazioni degli altri personaggi. Quelle che ho apprezzato maggiormente sono quelle delle antagoniste: appaiono profonde e vibranti e i capitoli dal loro punto di vista sono decisamente efficaci.
” Quel suono gli affondò un dolore sordo nel petto, lungo quanto un chiodo da crocefissione. A questo si riduceva la fede, allora? Un chiodo arroventato.”
La morte degli Dei – Il dito sulla corda, Franz Palermo
L’ambientazione è molto ricca. Le vicende dei due protagonisti (e delle loro antagoniste) si svolgono in vari Paesi del globo, correttamente differenziati per usi, costumi e atmosfere. Vengono coinvolte diverse tradizioni con i loro pantheon, e ciò che ho più apprezzato del libro è che le divinità e i miti trattati non sono tra i più scontati.
Ho percepito questo primo volume come un grande preparativo per ciò che avverrà nel secondo e ultimo. I personaggi si muovono tra i continenti come su una grande scacchiera, preparando mosse e contromosse in risposta ai movimenti dei nemici. Ciononostante, non mancano i momenti in cui si viene catapultati nell’azione. La lettura di questo libro mi ha lasciato tante domande, inoltre alcuni motori della storia restano nebulosi. Ma, trattandosi di un primo volume, confido che il seguito chiarirà ogni cosa e porterà la vicenda a un’epica conclusione.
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